martedì 12 giugno 2018

Attesa

L’attesa

Ieri ho atteso il mio “ Vasco” per 12 ore, sotto il sole cocente di Roma insieme ad altri ragazzi come me, un gruppetto di migliaia di persone disposte a soffrire il caldo e la sete per una passione quanto irrazionale quanto bella.

Ho atteso per mesi di trovare il coraggio di chiedere un cambiamento sul lavoro, scelte complicate perché le scelte che si compiono da soli e richiedono un cambiamento sono difficili da operare e soprattutto da comprendere, molto spesso si lascia che siano altri a scegliere per noi . E’ più facile.

Ogni anno attendo le ferie, pianifico voli, viaggi e l’attesa è parte stessa del viaggio , come adesso mentre sogno il mio viaggio in Cornovaglia e mi vedo seduta davanti ad un tavolo vista mare con il vento che mi pizzica le guance, un bicchiere di vino e un quaderno dove scrivere le emozioni che questa vacanza mi porterà . 

Ho atteso anni prima di far leggere i miei racconti a qualcuno, e non parlo di blog, parlo di confronto, di confrontare i miei deliranti racconti con altre persone che scrivono . Io voglio scrivere e non c’è nulla da fare . Voglio scrivere ogni volta che ne ho voglia e non ogni volta che ne ho il tempo.

La vita è fatta di attese.

Ci sono attese che meritano, attese che mi riempiono e mi fanno andare avanti ,attese che mi svuotano e mi fanno male .

Ho atteso per anni di vedere mio quartiere rinascere e perdere la sua etichetta di “ Bronx “ di Firenze, purtroppo non è così . 
Scene da far west domenica mattina, dove ci ha rimesso un ragazzo di 29 anni che aveva come unica colpa, quella di essere fermo ad un semaforo . 
Quel semaforo è a 100 metri da casa mia, quel campo Rom pure.

E diventa difficile essere tolleranti, diventa difficile “ ASPETTARE “ l’intervento delle autorità quando la rabbia ti soffoca e ti fa vedere solo la merda che abbiamo intorno .

Le 629 persone ferme in mezzo al mare aspettano che il mondo rinsavisca, aspettano che i deliri della politica smettano di strumentalizzarli per un 5 % di voti in più . 
Aspettano di essere trattati come essere umani .

Io nel frattempo aspetto di avere fiducia nel futuro, nelle persone e nel buon senso .
Credo che quest’ultima, sarà un attesa infinita.

Perdonateci voi ragazzi in mezzo al mare, perdonate il nostro essere così poco umani e cechi  .
Perdonaci anche tu Duccio , perdonaci perché non ti abbiamo fatto vivere in  mondo sicuro .

Anzi no.

Non ci perdonate, perché non ce lo meritiamo affatto . 

S. 

domenica 29 aprile 2018

Andamento Lento ...

Stamani sono andata a camminare ,
faccio sempre lo stesso giro ormai da anni,  cammino lungo l’argine dell’Arno ,arrivo al parco fluviale faccio il giro e torno indietro -  sono 10,5 km.
Ogni volta che faccio questo giro mi preoccupo dei tempi che tengo durante la  corsa  , di quanto corro ,di quanto cammino ,di quale velocità seguo, alla fine controllo nell’Iphone su Endomondo se ho avuto un buon passo o se ho avuto un passo lento.
Sembra che per me  tutto debba  essere sempre una competizione ; non con gli altri, ma come stessa .

Devo sempre dimostrare che ce la faccio ,che posso fare di più ,che posso fare meglio che posso andare più veloce... ma stamani no .
Complice un dolore al nervo sciatico che mi impediva di correre ,o di camminare alla velocità che avrei voluto ,sono andata piano ,sono andato a passo lento.
Camminando piano ho visto.

Ho visto cose in tutti questi anni non avevo mai visto…
ho visto papaveri carnosi e distese di Margherite bianche ,
prati verdi e farfalle  ,
ho visto i pioppi e la lanugine che li avvolge in questo periodo ,  che sembra cotone .
Ho scambiato due chiacchiere con una signora anziane impegnata a  cercare gli asparagi.
Ho guardato il sole ,ho bevuto acqua alla fontana, ho carezzato qualche cane e spostato un cervo volante  dalla strada sterrata  , non volevo che venisse pestato dalle altre persone a correre.
Camminando piano ho visto cose che non avevo mai visto ,  ma non le ho viste fuori le ho viste dentro.
Le ho viste dentro di me.

Ho visto gli ultimi tre anni della mia vita e , francamente , mi sono piaciuti poco.
Soprattutto io mi sono piaciuta poco .
Mi è piaciuto poco lasciare indietro troppe parti di me.
Mi è piaciuto poco vivere serate mondane e allegre con le amiche mentre ero troppo stanca per godermele davvero.
Mi sono rivista tornare dal lavoro alle otto la sera , mangiare la qualunque e mettermi davanti alla televisione facendomi delle  “pere” di serie televisive.
Troppo stanca per parlare , troppo stanca per divertirmi e organizzare qualcosa .
Troppo stanca per scrivere e fare quello che mi piace davvero .
Non mi è piaciuto guardare indietro .
Ed è brutto perché di solito, guardandomi indietro trovo sempre tanto di bello da ricordare .

Stamani ho avvertito in modo nitido la voglia di vivere ad un'altra velocità .
Il fatto è che spesso , ci facciamo travolgere da cose inutili , da cose che non hanno la benché minima importanza nello specchio della vita e lasciamo indietro parti di noi che invece , sono quello che davvero ci caratterizzano.
Stamani  ho visto quello che ho lasciato indietro e ho capito quanto mi manca .
Ho capito quanto mi manco .
Quindi da oggi , scalo  .
Dalla quinta , si passa alla terza , forse pure alla seconda. Non è detto che passi intere giornate in folle.
Ho bisogno di tenere un “andamento lento” come cantava nel 1988 Tullio de Piscopo.

E farò di tutto per averlo .


Sempre vostra , 
e sempre FOLLE ma sopratutto .. da oggi in folle.

S.  







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